FACCIAMO IL PUNTO SUL NOSTRO OSPEDALE
Sindaci e maggioranze hanno proseguito e stanno ormai concludendo il disgraziato piano della Regione (il padrone politico-partitico) di depotenziare progressivamente i servizi del nostro ospedale, riducendo il personale medico ed infermieristico e cancellando qualsiasi prospettiva di sviluppo. Un ospedale che è stato un punto di eccellenza della pianura bolognese, con servizi e reparti esemplari (Laboratorio di Analisi, Chirurgia, Urologia, Ostetricia-ginecologia, Fisiatria) è oggi depauperato di servizi e personale.
Di notte e nei giorni festivi non c’è più un chirurgo, un urologo, un anestesista, un radiologo; i pazienti restano anche ore in pronto soccorso e spesso vengono trasferiti ad altri ospedali. Il Sindaco uscente ci raccontava che questa è la razionalizzazione del servizio e che così si migliora la salute della gente. Qualcuno ancora crede alle favole?
La sanità pubblica è competenza esclusiva della Regione che determina, fra l’altro, quali servizi debbono essere svolti dagli ospedali e ambulatori pubblici. Il progressivo spostamento delle prestazioni sanitarie dalle strutture pubbliche a quelle private è deciso e finanziato dalla Regione, che paga i privati con i soldi che le trasferisce lo Stato il quale, ovviamente, li preleva ai cittadini con le tasse e i ticket. Il progressivo svilimento del nostro ospedale avviato da anni è la conseguenza della politica sanitaria regionale, nell’accondiscendenza dei sindaci, tutti, che nel tempo si sono succeduti.
Qualche noto personaggio si è già impegnato ad agire (a parole) per riportare attività e servizi nell’ospedale di Persiceto, ma solo se sarà eletto sindaco: Tommaso Cotti. Non ci sembra un bell’esempio di amore per l’ospedale e per i persicetani; noi riteniamo che la salute ed i servizi sanitari pubblici non abbiano colori politici e preferenze personali. Ma quello che ci rammarica e delude (molto) è che talune promesse siano fatte da operatori sanitari di altissimo livello professionale, apprezzati e stimati anche sul piano nazionale, che quando rivestivano ruoli di alto prestigio all’interno degli ospedali pubblici, e potevano quindi incidere significativamente sull’organizzazione sanitaria pubblica, non hanno mai fatto sentire la loro voce in difesa e a sostegno dell’ospedale di Persiceto, mentre ora che hanno cessato l’attività all’interno del servizio sanitario pubblico ed operano in strutture sanitarie private promettono un impegno che sanno di non potere mantenere.
Le passate amministrazioni comunali, pur disponendo di un certo potere in materia, avendo la presidenza del Distretto sanitario locale, mai si sono spese per contrastare i piani della Regione, anzi, li hanno sostenuti ed attuati senza la benché minima critica, con il risultato che oggi in ospedale non c’è neppure un primario e non vengono sostituiti i medici che vanno in pensione, non viene mantenuta la dotazione degli infermieri, i pazienti di Persiceto vengono addirittura mandati all’ospedale di Budrio per un semplice intervento di calcoli alla cistifellea o per una colonscopia, e se hanno bisogno di una visita o di un esame diagnostico in tempi normali vengono mandati in giro per la provincia o vanno a pagamento.
Nella riunione della Giunta dell’Unione dei Comuni Terred’Acqua di lunedì 13 giugno un autorevole sindaco ha precisato che non esiste alcun piano di riorganizzazione dell’ospedale di Persiceto, né regionale né locale; ne consegue che nessuno di coloro che ci governano (contiamo non oltre domenica 19 giugno) ha speso una parola in difesa del nostro ospedale che, quindi, proseguirà nel suo triste progressivo smantellamento per diventare non si sa ancora che cosa.
Che fare allora? Arrendersi passivamente? NO questo MAI. Crediamo però che l’ora delle favole sia finita e che ai cittadini vadano raccontate come stanno realmente le cose. Noi di Impegno Comune, se eletti, ci impegneremo a intraprendere l’unica strada percorribile, quella che porta direttamente in Regione dove chiederemo con forza che ci vengano date risposte precise sulle decisioni che sono state prese sul futuro del nostro Ospedale, e tali risposte riporteremo ai nostri concittadini assieme ai quali decideremo come procedere.